LO SWITCH-OFF E IL BALLO DELLA STEPPA


Passare tutti al digitale, abbandonare l’analogico. E farlo per legge, non più se, come e quando mi va, accettando supinamente le resistenze di tutti quelli che “non mi interessa, non mi riguarda, non mi piace”.
Stabilire una data, come si è fatto per la tv digitale, e arrivare a spegnere, nelle pubbliche amministrazioni, i processi che avvengono in analogico. I servizi dello stato, tutti quelli che la tecnologia consente di fare, diventano digitali. Nel frattempo, ci si prepari per lo SWITCH OFF: alfabetizzando i cittadini al nuovo linguaggio e ai nuovi strumenti.

Nell’impresa: l’83% delle aziende fallite lo scorso anno non aveva un sito web. Solo il 4% delle imprese italiane vende online. Le sperimentazioni di connessione a banda larga hanno portato ad aumenti sul volume d’affari del 19% ma solo alle imprese con titolari digitalmente alfabetizzati.
Gli anni in cui l’Italia ha visto decrescere il Pil coincidono perfettamente con quelli in cui ha aumentato il gap con gli altri paesi rispetto alla digitalizzazione. Sarà certamente un caso!


Nella Pubblica Amministrazione: per servizi on line offerti dall’amministrazione questo paese è in linea con gli altri europei, ma nell’uso che i cittadini fanno di questi servizi, siamo a livelli bassissimi. Interoperabilità della PA, dati aperti ma connessi e soprattutto maggiore attenzione alla user experience, all’interaction design (vi ricordate quando 20 anni fa si parlava di architettura della navigazione?) e ai servizi più friendly; basta con siti bizantini e servizi on line complicati, assurdi, barocchi, a prova di nerd informatici e ingegneri della complicazione, invece che di comunicatori e normali cittadini.

Così da arrivare presto allo Switch off.
Aziende, amministrazione, cittadini: ce la faremo?
O lo switchoff finirà per essere l’ennesimo ballo nella steppa in versione italica?

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