Populismo digitale

Gli errori da non commettere quando si parla di ‪#‎populismodigitale (Francesco Nicodemo
 Populismo digitale

Tutti i nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno un inizio populista. La stampa, la radio, il cinema, la tv, internet. E’ ovvio. Sia perché allargano la base dei fruitori rispetto a prima, dunque si fanno più “popolari” (che ancora non è populista, ma può essere una condizione per diventarlo), sia – e qui è il passaggio – perché la classe “intellettuale” che deteneva (conosceva, gestiva, occupava) il mezzo precedente, proprio per mantenere il potere della conoscenza, comunicazione, propaganda, si erge a difesa del vecchio mezzo, denigrando spocchiosamente il nuovo: il vecchio è Cultura, il nuovo è monnezza o al più un giochino scemo. 
La paura di essere detronizzati, la pigrizia di non imparare nuovi linguaggi (dovuta a una posizione di privilegio che, insieme alla fame, spegne la curiosità e la voglia di scoprire, altro che "incessante sforzo creativo"*), diventano snobismo, distanza ed emarginazione verso il nuovo strumento, lasciato così nelle mani di chi (per lo più) era privo di precedenti strumenti culturali, esperienza e regole del sapere (confronto, verifica, analisi, sintesi, ecc.). Così, al nuovo mezzo non resta che iniziare con una fase populista. Ma tranquilli, poi passa. 
Cari intellettuali seduti, ma non ve siete stancati di gridare ogni volta al lupo al lupo ed essere puntualmente smentiti dalla storia e dalla cultura? Non è il mezzo che crea il populismo, siete voi
(*rileggersi Brecht, sulla radio e sul cinema)

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