Che cosa sognano gli algoritmi


Che cosa sognano gli algoritmi (da leggere!): una splendida riflessione di Dominique Cardon su come l’uso dei BigData a fini pubblicitari informi le nostre vite.

Il pericolo maggiore non è (tanto) quello che si è soliti sentir dire, cioè di subire intenzionali manipolazioni o censure in nome di interessi commerciali di Apple o Facebook… 

Ma il fatto che, allineando i calcoli sui comportamenti degli internauti e aggiustando le offerte delle aziende in base al profilo utente così delineato, gli algoritmi non fanno che confermare l’esistente, riportando gli individui ai loro comportamenti passati, destinandoli cioè a riprodurre automaticamente la società e se stessi

"Se gli internauti vogliono pensarsi come soggetti autonomi e liberi dalle ingiunzioni dei prescrittori tradizionali, ecco che i calcoli algoritmici li riacciuffano, dal di sotto, per così dire, conformando i loro desideri alla regolarità delle loro pratiche". Come dire, il passato ci ingessa.

Ma questo comportamento non è tipico del passato tout court? Anche di quello senza algoritmi? ;)
Se siete fan di autodeterminazione, serendipità e anarchia e maldigerite gli algoritmi e il passato vincolante, propongo un trucco che valeva ieri, ma che diventerà sempre più indispensabile domani: moltiplicare profili, identità, scelte, contaminazioni, percorsi, passioni, esperienze. Algoritmi siete avvisati: come diceva Pertini “a brigante, brigante e mezzo” ;)

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